Behind the Sacred Scene – Sagrestie
(2017 – in corso)
Le sagrestie sono spazi chiusi al pubblico in cui si manifesta concretamente la struttura gerarchica del sistema Chiesa Cattolica.
Sono luoghi funzionali alla ritualità della celebrazione, e nello stesso tempo di energia spontanea e quotidiana.
Sono territori del prima e del dopo, luoghi non fotografati nè per motivi artistici nè durante le celebrazioni.
All’interno si trovano gli archivi, le sale di preparazione, i registri e i magazzini nei quali l’aspetto temporale della fede si può sperimentare nella sua forma più concreta.
In questi spazi accessori, zone rigorosamente ordinate confinano con ripostigli stracolmi di oggetti, opere d’arte dimenticate, quadri elettrici in bella vista, in cui si prova una sensazione di caos mista allo stupore della scoperta.
Si è investiti dalla contraddizione tra l’aspetto dimesso di quel luogo e la magnificenza e la solennità dell’altare limitrofo.
Si prova qualcosa di simile al fascino segreto delle quinte del teatro, con l’impressione di scoprire come viene fatta la magia, e nello stesso tempo avendo la sensazione che ogni cosa visibile non possa bastare a spiegare il mistero del Sacro.
A.I.Me (2021 – in corso)
Attraverso l’esibizione ossessiva di un’inespressività maniacale esploro i territori dell’identità e della necessità vitale di essere visti, temi che nei tempi più recenti si sono intrecciati con la paura sociale, l’isolamento, l’alienazione.
andiamoavanti (2016 – in corso)
Ogni anno il 20 ottobre ricordo papà attraverso una sua fotografia.
Tu, nessuno.
Poco di me ricordo
io che a me sempre ho pensato.
Mi scompaio come l’oggetto
troppo a lungo guardato.
Ritornerò a dire
la mia luminosa scomparsa.
(P. C.)
The Striping Project – in corso
L’esperienza dello stare in un luogo, esserne attratti, perdersi nei dettagli, vederlo tutto e nello stesso tempo percepirne l’inafferrabilità.
L’Ultima Madre
Sei quel che rimane della famiglia, ti accompagno e raccolgo i tuoi gesti per conservarli.
Can’t stop the rain – 2015
Le ultime giornate di papà.
Forme della città – 2011-2013
Per cogliere le linee parallele, per allenarsi a vedere i pieni e i vuoti, le texture. Io cerco le forme nella città.
Per indagare il mondo come forma, consistenze, materiali.
E colori forti e colori pastello, angoli acuti e spigoli e circonferenze accoglienti e segmenti irregolari e imprevedibili.
L’uomo costruisce la sua realtà e la luce interviene e io ne (s)compongo i dettagli.
Domandandomi se non sia tra le rughe del visibile che si nasconde la verità.
F.Z. Assente – 2013
Se anch’io fossi simile a loro, se anch’io avessi cessato di esistere, se, sotto la mia maschera, non vi fosse nulla, null’altro che il vuoto?